“Questa macchina combatte i cambiamenti climatici” era lo slogan che accompagnava l’immagine luminosa di una bicicletta durante le conferenze sul clima del 2021 a Glasgow.

Non si tratta però di una formula retorica utile per attirare l’attenzione. Lo sviluppo della mobilità in bicicletta è una concreta strategia per la mitigazione dei cambiamenti climatici e per capirlo è necessario parlare del legame fra bicicletta e fotosintesi clorofilliana.
Andiamo con ordine.
LA FLAT TAX CLIMATICA
Il surriscaldamento globale è la tassa che il pianeta ci presenta per aver superato i limiti fisici dello sviluppo che la Terra è in grado di sostenere. Si tratta di una tassa orizzontale, una specie di flat tax applicata indiscriminatamente a tutti gli abitanti del pianeta, e che colpisce in maniera particolarmente violenta i più fragili.
Nel 2021 il genere umano ha immesso nell’atmosfera circa 38 miliardi di tonnellate di anidride carbonica bruciando combustibili fossili. Ogni cittadino europeo ha contribuito con circa 7 tonnellate di anidride carbonica, poco meno di un cittadino cinese (8.5 tonnellate), mentre un cittadino di un qualsiasi paese africano ha immesso fra le 0.1 e le 0.2 tonnellate. Il primato delle emissioni di gas serra va al Quatar (35 tonnellate a persona ogni anno) mentre negli Stati Uniti l’emissione annua pro-capite è circa 15 tonnellate.
Per capire se 38 miliardi di tonnellate sono tante o poche è sufficiente tenere presente che il numero di tonnellate compatibili con l’equilibrio naturale del sistema climatico è zero.
Buona parte di queste emissioni non sono sotto il nostro controllo diretto. Ad esempio, perchi abita in una grande città come accade all’80% degli italiani, difficilmente possiamo determinare in modo diretto la cosiddetta impronta di carbonio legata alle nostre azioni quotidiane: cosa mangiamo, quali abiti acquistiamo, come e quanto riscaldiamo la nostra casa. Possiamo cercare di fare scelte consapevoli, per esempio rispetto al cibo che mangiamo, ma dobbiamo per lo più affidarci, e fidarci, di chi produce i beni che consumiamo.
Ma il caso della mobilità è diverso perché la nostra scelta di mobilità determina direttamente il nostro livello di emissioni.
DIMMI COSA MANGI
La mobilità privata è responsabile per circa il 20-25% delle emissioni di CO2 e questo significa che delle 7 tonnellate prodotte in media dai cittadini europei, quasi 2 tonnellate sono legate alle abitudini di mobilità.
Lo UK Department for Business, Energy & Industrial Strategy ha compilato un prezioso catalogo delle emissioni standard di CO2 associate a diverse tecnologie, tra cui i mezzi di trasporto: aerei, treni, auto, auto elettriche ecc. Per esempio, l’emissione standard di un volo aereo è di circa 250 g a persona e al km, e diminuisce fino a 150 g nel caso dei voli intercontinentali per i quali i consumi delle fasi di decollo e atterraggio sono più diluiti.
Per le automobili a benzina le emissioni medie sono di 192 g a persona e al km mentre per i treni sono 41 g. Nel catalogo, e non è un caso, non vengono riportate le emissioni legate agli spostamenti in bicicletta. Infatti le emissioni associate al ciclo di produzione della bicicletta sono minime (circa 5 g/km), mentre le emissioni associate alla propulsione, alimentata dal corpo umano, dipendono da cosa mangiamo. Si consuma moltissimo mangiando carne di manzo, mentre i consumi possono essere abbattuti con una dieta essenzialmente vegetariana.
La European Cycling Foundation, sulla base dei regimi di alimentazione più comuni in Europa, ha stimato che il carburante per la bicicletta ha emissioni equivalenti a 16 g/km .
Tuttavia, mentre per l’automobile riusciamo a valutare esattamente il consumo misurando la quantità di benzina bruciata, per la bicicletta è più difficile valutare il consumo in eccesso al metabolismo di base: quanto cibo viene consumato in più per il fatto di aver percorso il tragitto casa-lavoro o casa-scuola in bicicletta? Non è una domanda semplice a cui rispondere. Consideriamo dunque valida la stima della European Cycling Foundation, pari ad un totale di 21 g/km.
Esprimere le emissioni in grammi è formalmente corretto e scientificamente appropriato, ma cosa significa i 21 g/km di una bicicletta? Cosa significano 192 g/km di automobile per l’equilibrio del pianeta?
Per capirlo, è arrivato il momento di parlare di fotosintesi clorofilliana.
FOTOSINTESI E BICICLETTA
La fotosintesi è il processo con cui le piante producono il proprio nutrimento utilizzando due ingredienti principali, acqua e anidride carbonica, e la radiazione solare come fonte di energia per l’attivazione delle reazioni chimiche. La fotosintesi è quindi il meccanismo che consente alle piante di catturare il carbonio presente nell’atmosfera e immagazzinarlo nei tessuti: radici, fusti, foglie.
Allo stesso tempo, le piante respirano: assorbono ossigeno ed espellono anidride carbonica. Per una pianta adulta, fotosintesi e respirazione sono in equilibrio, ma per un albero in fase di accrescimento, o per una giovane foresta, l’accumulo di carbonio eccede le emissioni legate alla respirazione: un giovane albero è un assorbitore netto di carbonio.
La stima del carbonio accumulato da un albero durante l’anno è semplice: il carbonio costituisce circa il 45% in peso di tutta la materia secca di una pianta. In pratica, gli alberi sono fatti per metà di aria, filtrata e ben impacchettata attraverso la fotosintesi. Circa metà dell’aumento di peso di una pianta durante l’anno equivale ad una massa di carbonio sottratto dall’atmosfera e trasformato in legno.
Si stima, ad esempio, che un pino mediterraneo possa assorbire ogni anno poco più di 20 kg di carbonio.
COS’È LA MOBILITÀ SOSTENIBILE
A questo punto abbiamo gli elementi per comprendere perché la bicicletta è una macchina che combatte il cambiamento climatico, e cosa significa esattamente mobilità sostenibile.
Il 3 giugno celebreremo la Giornata Mondiale della Bicicletta lungo l’Appia antica, circondata dai celebri filari di pini mediterranei. Quanto tempo impiega un pino mediterraneo a compensare la CO2 che emettiamo con le nostre abitudini di mobilità?
Consideriamo gli spostamenti di un bambino che deve percorrere ogni giorno 3 km per recarsi a scuola. In un anno scolastico ci sono in media 575 di scuola e utilizzando i dati dello UK Department for Business, Energy & Industrial Strategy è possibile stimare le emissioni totali annue per le diverse modalità di trasporto, e i corrispondenti anni di crescita necessari ad un pino mediterraneo per assorbire tutta la CO2 emessa.
Mezzo di trasporto | kg/persona*km | Emissioni totali casa-scuola[kg di CO2] | Anni di crescita – pino mediterraneo |
Automobile (benzina) | 0.19 | 200 | 10 |
Automobile (diesel) | 0.17 | 180 | 9 |
Bus | 0.10 | 110 | 6 |
Auto elettrica | 0.05 | 56 | 3 |
Bicicletta | 0.02 | 22 | 1 |
In automobile, il percorso di andata e ritorno per la scuola comporta una quantità di emissioni totali fra i 180 e 200 kg ogni anno, equivalenti a 9-10 anni di crescita di un pino mediterraneo. Con la bicicletta, le emissioni totali sono almeno 10 volte inferiori ed è sufficiente un solo anno per compensare tutte le emissioni del percorso casa scuola che, ricordiamolo, dipendono in larghissima parte da cosa abbiamo mangiato a colazione, non dal fatto che abbiamo bruciato combustibili fossili.
Ecco dunque il motivo per cui la bicicletta è una macchina che combatte il cambiamento climatico. Per il percorso casa-scuola scelto come esempio è sufficiente un solo ciclo solare per compensare tutte le emissioni annuali degli spostamenti in bicicletta. Riducendo drasticamente le emissioni, la bicicletta consente agli ecosistemi di compensare le nostre emissioni di CO2 e rigenerare, nel corso di un ciclo solare, tutte le risorse che abbiamo consumato.
AGIRE TUTTI INSIEME, IN OGNI PARTE DEL PIANETA
Troppe persone, soprattutto in Italia, scelgono ancora l’automobile come mezzo di trasporto anche per gli spostamenti brevi come quello scelto nell’esempio appena discusso, ed è la paura di affrontare la strada su infrastrutture progettate per le automobili a tenerci in ostaggio di modalità di spostamento insostenibili per il pianeta.
Non a caso, la sintesi per policy-makers del Sesto Rapporto di Valutazione redatto dagli scienziati dell’IPCC, sottolinea più volte la necessità e l’efficacia degli investimenti in infrastrutture per la mobilità attiva, soprattutto nelle aree urbane dei paesi più sviluppati.
Il 20 marzo del 2023, in occasione della pubblicazione della sintesi per policy makers, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha parlato molto chiaramente durante la conferenza stampa: “È ancora possibile evitare gli scenari più catastrofici ma è necessario agire su tutti fronti, in ogni parte del pianeta, tutti insieme”.
Nel contrasto ai cambiamenti climatici, lo sviluppo della mobilità in bicicletta è il fronte che può coinvolgere attivamente tutti, in ogni parte del pianeta.
Per questo il 3 Giugno sulla via Appia antica, la regina viarum, celebriamo la giornata mondiale della bicicletta, la macchina che combatte i cambiamenti climatici.
Commenti
4 risposte a “Affrontare il cambiamento climatico”
[…] come il cambiamento climatico: lo sottolineano gli organizzatori della Festa della Bicicletta [per esteso qui], che colgono l’occasione di questo evento per ragionare sul concetto di tempo, che è […]
[…] La cosiddetta mobilità “pulita” è uno dei principali strumenti per affrontare la lotta ai cambiamenti climatici perché contribuiscono all’abbattimento di sostanze climalteranti, come illustrato nelle considerazioni di carattere scientifico di accompagno l’iniziativa. […]
[…] La cosiddetta mobilità “pulita” è uno dei principali strumenti per affrontare la lotta ai cambiamenti climatici perché contribuiscono all’abbattimento di sostanze climalteranti, come illustrato nelle considerazioni di carattere scientifico di accompagno l’iniziativa. LINK Affrontare il cambiamento climatico – Festa Della Bicicletta […]
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